Immagina di avere tra le mani un piccolo mostriciattolo tenero e un po’… boh, chiamato Labubu, che sembra saltar fuori da un libro di fiabe nordiche. Ma questo peluche non è un semplice giocattolo, è una calamita di emozioni, desideri e hype sociale, capace di scatenare una frenesia mondiale e creare un fenomeno unico di Gen Z engagement.
Come ha fatto Pop Mart, la casa madre di Labubu, a trasformare un gadget in un simbolo di status globale? La risposta sta nelle strategie UX e nel marketing emozionale, che hanno trasformato ogni blind box in un’esperienza coinvolgente, generando desiderio, connessione sociale e passione tra i fan.

Labubu genera empatia perché interpreta situazioni umane quotidiane, come messaggi notturni, pausa caffè in ufficio e lavoro da McDonald’s.
Labubu: il fenomeno globale tra design e social currency
Nel 2024, Pop Mart ha registrato una crescita straordinaria, con i ricavi che sono lievitati del 204% nel primo semestre (fonte: South China Morning Post), mentre “The Monsters”, la linea di cui Labubu è la star, ha portato a casa circa il 23% del fatturato totale (fonte: Pop Mart Annual Report 2024). Solo nei primi mesi del 2025, l’espansione internazionale ha fatto segnare un +440% (fonte: Caixin Global, Founder Securities) nelle vendite, trascinata da mercati come Europa e USA, dove la mania Labubu non conosce confini.
In Cina, però, il fenomeno assume tinte ancora più particolari. Labubu è considerato una vera e propria moneta social (社交货币). Mostrare la propria collezione su Xiaohongshu o Weibo significa dichiarare appartenenza a una community e guadagnare status, esattamente come accade con sneaker rare o limited edition di lusso.
È una crescita da capogiro che ha trasformato un gioco di nicchia in un fenomeno globale, grazie a un mix perfetto di design accattivante, storytelling potente e marketing che sa ascoltare in tempo reale le voglie di una Gen Z sempre più esigente. Il segreto di Pop Mart? Non solo vendere un prodotto, ma creare un’esperienza che fa battere il cuore e scatenare la passione.
Blind box e scarcity: il marketing emozionale che crea desiderio
La strategia UX di Labubu non vende solo un prodotto, vende un’emozione: la tensione del mistero. La celebre “blind box” mantiene nascosta la variante del pupazzo fino all’apertura, giocando con la psicologia del gioco d’azzardo emozionale e il famoso FOMO (Fear Of Missing Out). Questo crea un loop infinito di acquisti ripetuti, trasformando la scarsità in un vero e proprio motore di hype.
Il design unico di Labubu, che gioca con elementi asimmetrici e una particolare combinazione di caratteristiche tenere e mostruose, è studiato per parlare direttamente alla Gen Z, abbracciando l’imperfezione come distintivo di stile e ribellione. Questo mix ha contribuito a fare dei Labubu non solo dei pupazzi, ma veri e propri simboli culturali e di status.
- Pupazzo Labubu modello Dada.
- Labubu Fall in Wild popolarissimo grazie a Lisa delle Blackpink.
- Modello Labubu Zimomo della serie The Monsters.
Storytelling e design: costruire un’esperienza utente coinvolgente
Labubu non è solo un pupazzo. È un personaggio con radici mitologiche e una storia che affascina e costruisce legami emotivi. La personalità unica di Labubu stimola la connessione affettiva, trasformando chi lo acquista in un fan partecipe di una community globale.
In Cina, i fan lo hanno ribattezzato con soprannomi affettuosi come “BU皇” (Imperatrice BU) o “布姐” (sorella BU). Sui social circolano meme che associano la sua espressione un po’ arcigna al “mood del lunedì mattina”, a riprova di come il personaggio sia entrato nella cultura popolare.
Labubu è nato dalla mente di Kasing Lung, un artista di Hong Kong che ha voluto rompere gli schemi usando l’estetica ugly-cute con creature dall’aria alternativa ma irresistibile, con dentini appuntiti e orecchie da coniglio. Ogni pupazzo è realizzato in vinile di alta qualità con dettagli curatissimi, per soddisfare sia i neofiti che i collezionisti esperti.
Le collezioni limitate, le collaborazioni con grandi marchi come Coca-Cola o Vans e i contenuti virali su TikTok amplificano questo storytelling, dando vita a un mondo esperienziale in cui l’utente diventa protagonista della narrazione stessa.

Gli idol diventano ambasciatori spontanei Labubu, aumentandone la richiesta.
Social media e marketing virale: quando i fan diventano ambassador
Pop Mart ha capito il potere dei social media e degli influencer, lasciando che siano i fan a creare contenuti, unboxings e review spontanee. Questa strategia ha moltiplicato l’engagement a livello globale senza grandi investimenti pubblicitari, facendo di Labubu un fenomeno virale organico.
A Milano, davanti al pop-up store di Pop Mart, le code si sono formate fin dalla sera prima dell’apertura, in uno scenario degno del lancio di un nuovo iPhone. E non parliamo solo di fanatici: persone di ogni età hanno fatto la fila come in un rito di appartenenza.
In più, Lisa delle Blackpink ha definito pubblicamente Labubu “my baby”, diventando un’ambasciatrice spontanea e catapultando la mania a livello planetario. Questo effetto Lisa ha fatto schizzare le vendite e trasformato Labubu in un must-have fashion anche sulle passerelle.
UX agile e dati in tempo reale: adattarsi alla Gen Z
La vera innovazione della strategia UX di Labubu è nell’ascolto. Pop Mart raccoglie dati in tempo reale sui gusti e le tendenze del mercato, modificando velocemente i design e le strategie di prodotto per non perdere mai il passo con una Gen Z esigente e fragile nell’attenzione.
In Cina questo ascolto si traduce in migliaia di gruppi WeChat, dove i fan scambiano consigli e informazioni e in mini-programmi dedicati agli utenti VIP che ricevono accesso privilegiato alle novità. È un ecosistema chiuso e potentissimo, che difficilmente ha un equivalente in Occidente.
Prosegue così la produzione di Labubu, con il segmento plush che nel 2024 è cresciuto del 1.289% e ha rappresentato oltre un quinto dei ricavi di Pop Mart. Curiosità: sulla confezione di alcuni Labubu destinati all’estero compare la dicitura “Made in Ganzhou, Jiangxi”. La cosa ha fatto sorridere i fan cinesi, che scherzano online chiedendo: “agli abitanti del Jiangxi non ne spetta uno gratis?”.
L’espansione all’estero continua a ritmo impressionante. Secondo analisti, nel primo trimestre del 2025 le vendite sono cresciute di oltre il 600% in Europa e quasi il 900% negli Stati Uniti (fonte: Caixin Global, Founder Securities).

La curiosa dicitura Made in Ganzhou, Jiangxi sui Labubu fa divertire i fan cinesi tra ironia e community social.

In Cina Labubu è ovunque: dai live streaming su Douyin agli eventi brandizzati fino alle community di fan.
Cosa può imparare un’azienda italiana dal caso Labubu
- Crea mistero e desiderio: la UX non è solo funzionalità, è coinvolgimento emotivo. Sfrutta meccaniche come la blind box per mantenere alta la curiosità.
- Costruisci una narrazione forte: racconta la tua storia in modo autentico e distintivo, facendo dell’utente un protagonista.
- Investi nel social marketing organico: scatena le community e lascia che siano loro a portare il tuo messaggio con passione.
- Sii agile e reattivo: usa dati in tempo reale per adattare prodotti, servizi e comunicazioni al volo.
In fondo, Labubu è la prova che una strategia UX vincente non solo migliora l’esperienza utente, ma trasforma un prodotto in un’icona culturale, capace di trascendere confini e mercati.