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The Future I Saw e la “profezia” del 5 luglio

The Future I Saw e la “profezia” del 5 luglio

Particolare della copertina del manga The Future I Saw di Ryo Tatsuki.

Un manga che “vede il futuro”?

Certe storie sembrano uscite direttamente da un sogno. E nel caso di The Future I Saw (Watashi ga Mita Mirai – 私が見た未来), è proprio così: un manga che ha guadagnato fama internazionale non solo per le sue tavole misteriose e cariche di simbolismo, ma per aver previsto, secondo molti, il devastante terremoto e tsunami che colpì il Giappone l’11 marzo 2011.

Un caso? Coincidenza? Arte visionaria?

Nel 2021, l’autrice Ryo Tatsuki (竜樹諒) ha rilanciato il manga con una nuova edizione e un nuovo sogno: una “profezia” per il 5 luglio 2025, che prevede un disastro marino ancora più catastrofico. E qui le cose si fanno serie o almeno, virali.

Da visual designer e appassionata di manga, non potevo non immergermi in quest’opera che oscilla tra diario onirico e fumetto apocalittico. Ecco cosa ho scoperto.

Particolare della copertina del manga The Future I Saw con la data di marzo 2011.

Il particolare della copertina del manga The future I saw che prevedeva lo tsunami del 2011.

Ryo Tatsuki, L’artista che sogna (troppo?)

Ryo Tatsuki (竜樹諒) non è una mangaka qualunque. Illustratrice riservata, ha iniziato negli anni ’90 a raccogliere sogni che, a suo dire, avevano una qualità profetica. Alcuni si sono “avverati”, come la morte di celebrità o eventi naturali. Ma è stata la previsione del 2011, pubblicata nel manga originale del 1999, a renderla una sorta di figura mitica.

Tatsuki stessa racconta di aver avuto questi sogni come se li “vedesse in un altro canale”, non una metafora artistica, ma una vera esperienza extracognitiva. Le sue opere non sono costruite con trama lineare, ma sembrano piuttosto taccuini visivi del subconscio.

Cosa racconta The Future I Saw?

Più che una storia, Watashi ga Mita Mirai è una raccolta di visioni: pagine disegnate in modo semplice, quasi infantile, che mettono in scena frammenti di sogni lucidi. Alcuni sono vaghi, altri stranamente precisi.

Una tavola del 1999 mostra chiaramente una nota scritta a mano che parla di un “grande disastro” a marzo 2011. Col senno di poi, molti ci hanno letto l’annuncio del terremoto di Tōhoku (東北地震). Da lì, la fama del manga è esplosa.

Nel 2021, la nuova edizione include una pagina che prevede un altro evento per il 5 luglio 2025: una spaccatura nel fondale marino tra Giappone e Filippine, con uno tsunami “tre volte più potente di quello del 2011”.

Lo stile: minimal, disturbante, simbolico

Da visual designer, lo confesso: la prima cosa che mi ha colpita è la semplicità grafica. Nessuna esplosione di dettagli alla Shingeki no Kyojin, nessuna costruzione di mondi fantasy. The Future I Saw sembra quasi uno sketchbook, ma con una forza evocativa altissima.

Tatsuki usa uno stile shōjo vecchia scuola: occhi grandi, linee morbide, ambienti quasi assenti. Ma è proprio il vuoto a colpire. Le tavole sono piene di spazi bianchi, silenzi visivi, sogni senza contesto.

Il ritmo della lettura è rallentato, come se camminassimo in punta di piedi dentro la mente dell’autrice. Un’esperienza quasi ipnotica. La sensazione è simile a quella che si ha sfogliando vecchi diari o vedendo una VHS misteriosa trovata in soffitta.

La “profezia” del 5 luglio: realtà o suggestione?

La data del 5 luglio 2025 è diventata un caso mediatico. In Rete circolano post allarmisti, prenotazioni turistiche verso il Giappone hanno registrato cali. Alcuni parlano già di “effetto Tatsuki”.

Ma diciamolo chiaramente, non esiste alcuna base scientifica per prevedere terremoti con questa precisione. Lo ribadiscono da anni sismologi e geologi: possiamo stimare probabilità, ma mai date.

Il manga, in questo senso, agisce come una miccia narrativa: accende la fantasia collettiva, spaventa, affascina. È l’ennesimo esempio di quanto la narrazione visiva possa influenzare il comportamento sociale, più delle notizie ufficiali.

Perché ci crediamo? Tra mito, cultura e storytelling visivo

C’è qualcosa di profondamente giapponese nell’unione tra sogno, catastrofe e arte. Pensiamo al concetto di yume (夢, sogno), di yūgen (幽玄, bellezza misteriosa), alla spiritualità legata alla natura. In questo senso, The Future I Saw non è solo un manga, ma un rituale narrativo contemporaneo.

Il disegno si fa oracolo. L’artista, medium.
Non importa se la previsione si avvererà o meno: ciò che conta è la potenza dell’immaginario che riesce a costruire.

Un manga da leggere con occhi (e mente) aperti

The Future I Saw è molto più di un manga “profetico”. È un esperimento visivo, un diario onirico, un’esplorazione del linguaggio simbolico applicato alla narrazione per immagini.

Non va preso come verità, ma nemmeno ignorato: è uno specchio potente di come arte, paura, sogno e realtà si intrecciano nel nostro modo di guardare il mondo.

Io lo consiglio a chi cerca storie fuori dagli schemi, a chi ama l’arte che provoca più che confortare, e a chi è affascinato dalla linea sottile tra immaginazione e realtà collettiva.

E tu? Cosa vedi nel futuro disegnato da Ryo Tatsuki?


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