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Benessere digitale: quando l’UX design ti aiuta a stare meglio

Benessere digitale: quando l’UX design ti aiuta a stare meglio

Illustrazione di una mano che scorre su uno smartphone con un tappetino da yoga, simboli digitali e due orologi sullo sfondo, a rappresentare l’equilibrio tra tecnologia e benessere.

Quante volte ti è capitato di chiudere un’app o un sito e sentirti… stanco/a? Non fisicamente, ma mentalmente. Come se qualcosa ti avesse risucchiato l’attenzione, lasciandoti più svuotato/a che soddisfatto/a.

Non sei solo/a: più di metà delle persone che usano app e social media racconta di sentirsi mentalmente esausta dopo un uso prolungato. Questo succede perché molte esperienze digitali non sono pensate per farci stare bene, ma per tenerci incollati allo schermo il più a lungo possibile, catturando ogni frammento della nostra attenzione.

Ma sta emergendo un’altra visione. Sempre più designer e brand stanno scoprendo un approccio nuovo: quello del benessere digitale. Non si tratta di demonizzare la tecnologia, ma di progettare esperienze più sane, rispettose e umane.

Benessere digitale: di cosa parliamo davvero?

Il benessere digitale è la capacità di vivere la tecnologia in modo equilibrato. In pratica significa interagire con app, piattaforme e contenuti in modo che supportino il nostro stato mentale, non lo compromettano.

Design e contenuti possono fare moltissimo per aiutare chi li usa a:

  • non sentirsi sopraffatti,
  • capire meglio dove si trova e cosa può fare,
  • usare il tempo in modo più consapevole.

È una nuova sensibilità. Ma anche una nuova responsabilità.

Illustrazione di due persone che usano lo smartphone circondate da icone digitali su sfondo rosa.

Perché interessa anche alle aziende

Parlare di benessere digitale non è solo una scelta etica, è anche una leva strategica. Le persone sono sempre più consapevoli degli effetti che il digitale ha sulla mente e sul tempo. E lo chiedono anche ai brand.

In questo contesto, le aziende che scelgono di progettare esperienze digitali più sane:

  • costruiscono fiducia,
  • migliorano la relazione con i propri utenti,
  • si posizionano come realtà evolute, attente e responsabili.

Il benessere digitale è un valore competitivo. E chi lo abbraccia, oggi, si differenzia.

Scroll Therapy: un altro modo di progettare

Scroll Therapy è un termine ancora informale, ma sempre più usato nella progettazione UX. Racchiude un’idea chiara: tornare a progettare flussi, contenuti e interazioni che aiutino l’utente a sentirsi meglio, non solo a rimanere online.

Come si traduce nel concreto?

Micro-design per il benessere:

  • spazi bianchi e ritmo visivo rilassante,
  • testi brevi e gentili che guidano l’utente senza agitarlo,
  • animazioni fluide, coerenti con lo scopo dell’interfaccia,
  • design visivo che non satura l’attenzione,
  • inviti a fare pause, riflettere, chiudere l’app senza sensi di colpa.

Il principio è semplice: design che accompagna, non che afferra.
Piccole pause, spazi che lasciano respirare gli occhi e la mente, fanno davvero la differenza. Chi naviga si sente meno stressato e più concentrato/a, parola di chi ha provato!

Homepage di The Offline Club con il claim "Swap screen time for real time" e persone che socializzano offline.

La homepage di The Offline Club invita a sostituire il tempo davanti agli schermi con esperienze reali e conviviali.

Offline Club: il benessere digitale che diventa esperienza concreta

Non si tratta solo di design o di strumenti digitali. Sempre più persone scelgono di staccare davvero la spina, partecipando agli Offline Club: incontri in cui smartphone e dispositivi restano spenti, per riscoprire il piacere di condividere senza distrazioni.

Lanciati nel 2024 ad Amsterdam da tre giovani della Generazione Z, questi incontri si tengono in luoghi accoglienti come bar, librerie, centri culturali o spazi urbani suggestivi, dove per tutta la durata dell’evento è vietato usare smartphone o altri dispositivi digitali. All’ingresso, i partecipanti consegnano i telefoni, che vengono custoditi in appositi contenitori, un gesto che inizialmente può sembrare limitante ma che diventa presto liberatorio, permettendo di superare la dipendenza dagli schermi.

La formula è semplice e coinvolgente: si alternano momenti di relax individuale, dedicati alla lettura, alla scrittura o alla riflessione, a fasi di socializzazione vera, fatta di conversazioni, giochi e attività condivise. Nato ad Amsterdam, il movimento si è rapidamente diffuso in molte metropoli europee come Londra, Parigi, Barcellona, Berlino e Milano, dove gli eventi vanno regolarmente in sold out, segno di un desiderio diffuso di rallentare e vivere esperienze più genuine.

I partecipanti, per lo più giovani tra i 20 e i 35 anni, sono professionisti e studenti che, pur essendo cresciuti immersi nella tecnologia, manifestano una crescente stanchezza verso l’iperconnessione e cercano spazi di autenticità e presenza reale. Come raccontano molti di loro, gli Offline Club rappresentano “il mio posto felice”, un’oasi in cui il tempo digitale si trasforma in tempo reale, fatto di ascolto, empatia e relazioni umane. In un mondo sempre più dominato dagli schermi, queste esperienze offrono un’alternativa concreta e tangibile al benessere digitale, dimostrando che a volte per sentirsi meglio basta semplicemente saper lasciare andare il telefono. E non è un fenomeno da poco. In meno di un anno, questi eventi hanno conquistato almeno 10 città europee, con appuntamenti sempre sold out e migliaia di giovani che vogliono semplicemente staccare per qualche ora.

Illustrazione di una mano con uno smartphone con uno scroll ciclico con simboli di faccette felici.

UX e benessere digitale: due mondi sempre più vicini

Progettare per il benessere digitale significa fare UX con empatia. Non basta sapere cosa farà l’utente. Serve capire anche come si sentirà mentre lo fa.

Le interfacce possono:

  • ridurre il carico cognitivo,
  • prevenire la fatica mentale,
  • aumentare il senso di controllo e di soddisfazione.

Un design ben fatto, semplice e rispettoso dei tempi dell’utente, è una forma di cura. E questa cura, oggi, si nota.

I siti web copywriter4you.it e robertapizzi.it sono esempi di come un design semplice, testi ben scritti e una navigazione intuitiva possano già offrire un’esperienza digitale più serena e rispettosa dell’utente, anche senza ricorrere a strumenti specifici di benessere digitale.

Design, branding e reputazione: un nuovo allineamento

Sempre più brand costruiscono la propria identità anche su questi valori. Progettare esperienze digitali “sane” comunica attenzione, rispetto, lungimiranza. E permette di raccontare un nuovo tipo di relazione con l’utente. Un’app progettata per essere lasciata andare quando serve. Un sito che ti accompagna senza fretta. Un servizio che non ti spinge ad “attivarti”, ma ti invita a “sentirti meglio”.

In un mondo sovraccarico, la semplicità e la gentilezza sono un posizionamento potente.

Come si comincia, concretamente?

Ecco alcune azioni semplici, ma efficaci:

  1. Osserva come si sente l’utente
    Non solo cosa fa. Analizza i momenti di frustrazione, sovraccarico, ansia. E chiediti come intervenire.
  2. Riduci il rumore
    Un design efficace non è necessariamente pieno. Pochi elementi, ben progettati, fanno respirare chi li usa.
  3. Cura i micro-momenti
    Cosa succede durante un errore? O un tempo d’attesa? Anche lì si può trasmettere benessere.
  4. Dai spazio ai testi
    Un testo che rassicura e spiega bene è già uno strumento di benessere. Non serve “parlare poco”, serve parlare meglio.
  5. Progetta in squadra
    Il benessere digitale nasce quando designer, copywriter, dev e marketing parlano tra loro. E fanno della qualità dell’esperienza una priorità condivisa.
Finestra pop-up colorata di una piattaforma digitale per la gestione dello stress, con icone illustrate e testi sulle funzionalità di meditazione, gestione dello stress e programmi guidati da esperti.

Pop-up di Headspace che propone tecniche di gestione dello stress e meditazione guidata, esempio di design digitale per il benessere online.

Dal concetto all’azione: chi sta già progettando per il benessere digitale?

Dopo tante parole su consapevolezza e semplicità, viene spontaneo chiedersi: ma chi lo sta facendo davvero? Alcuni brand hanno già tradotto questi valori in scelte di design quotidiane, offrendo agli utenti non solo funzionalità, ma un’esperienza più umana e sostenibile.

  • Headspace rende tangibile il concetto di calma digitale con visual essenziali, interazioni dosate e un tono che abbassa la soglia d’ansia fin dal primo tap.
  • Notion punta su flessibilità e ordine mentale: spazi di lavoro modulari, onboarding fluido e zero fronzoli per aiutare l’utente a ritrovare il controllo.
  • WeTransfer sorprende con micro-pause estetiche che trasformano l’attesa in uno spazio di respiro visivo – un piccolo lusso nell’era dell’immediatezza.

Questi non sono solo “bei prodotti”: sono esempi pratici di etica del design, dove ogni scelta estetica o funzionale nasce da una domanda chiara: “Come posso far sentire meglio l’utente, non solo farlo agire?” Non è solo una moda: quasi la metà delle aziende tech (40%, secondo uno studio del 2025) sta già puntando su design più “umani” per conquistare utenti più felici e fedeli.

E se il benessere passasse anche da… offline?

Progettare per il benessere digitale non significa solo lavorare sullo schermo. Significa anche ripensare come i brand si relazionano con le persone, anche quando non sono connessi.

Le aziende che vogliono fare la differenza possono provare a esplorare idee offline, capaci di rafforzare il legame con il proprio pubblico in modo autentico e sincero.

Idee strategiche off-screen che fanno la differenza

  1. Experience Box a sorpresa
    Invia ai clienti selezionati una “scatola dell’esperienza” con oggetti pensati per la pausa e il relax: una playlist rilassante o per la meditazione da scaricare e ascoltare rigorosamente offline, un piccolo diario o agenda, semi da piantare in sacchetti brandizzati riutilizzabili, una guida illustrata per micro-meditazioni. Tè e tisane brandizzate con messaggi calmanti, profumi delicati o prodotti cosmetici per la cura della persona. Non semplici gadget, ma veri kit che stimolano una pausa reale, lontano dallo schermo.
  2. Tour itinerante “Offline Moments”

    Organizza un tour in città o quartieri con installazioni temporanee dove le persone possono vivere esperienze di disconnessione guidata: spazi per leggere, scrivere, ascoltare musica dal vivo senza tecnologia, workshop di artigianato o yoga (come fanno già in Cina moltissimi brand). Il marchio diventa promotore di momenti di benessere tangibile e condiviso.
  3. Campagne di “Digital Detox Challenge” con supporto fisico

    Lancia una sfida offline in cui i partecipanti ricevono materiali cartacei, poster motivazionali e un diario per annotare i progressi nella riduzione dell’uso digitale. A supporto, incontri settimanali in presenza o pop-up per condividere esperienze e ricevere consigli pratici.
  4. Collaborazioni con artigiani locali per prodotti personalizzati

    Crea partnership con artigiani per realizzare prodotti unici, come quaderni fatti a mano, candele naturali o tessuti, brandizzati e dedicati al benessere digitale. Questi oggetti raccontano una storia, valorizzano il territorio e rafforzano il legame emotivo con il brand.
  5. Campagne di guerrilla marketing sensoriale
    Sfrutta spazi pubblici per installazioni multisensoriali che invitano a rallentare: profumi rilassanti diffusi in aree di passaggio, panchine “no phone” con messaggi positivi o piccole oasi verdi temporanee. L’esperienza fisica lascia un ricordo più forte e autentico.
  6. Eventi di storytelling dal vivo
    Organizza serate in cui persone condividono storie legate al digitale e al benessere, magari accompagnate da musica acustica o teatro. Il brand diventa facilitatore di conversazioni umane, creando comunità offline attorno a valori condivisi.
  7. Kit di benessere digitale per uffici e coworking
    Offri ai clienti aziendali kit fisici per promuovere pause consapevoli sul posto di lavoro: poster con consigli, timer da scrivania, giochi di rilassamento e materiali per micro-pausa. Un modo concreto per portare il benessere digitale anche negli ambienti reali.

Meno stress, più design: verso un digitale consapevole

Viviamo il digitale ogni giorno. Ma quanto spesso ci chiediamo che effetto ha su di noi? Scroll Therapy e benessere digitale non sono trend passeggeri. Sono un invito a progettare meglio, per persone più serene, presenti, consapevoli. Un’attenzione che oggi fa la differenza. E domani diventerà la norma.


Inizia anche tu a progettare esperienze più umane.