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Graphic design in Corea del Sud e graphic design in Italia: un confronto culturale

Graphic design in Corea del Sud e graphic design in Italia: un confronto culturale

graphic design in Corea

Il graphic design in Corea e in Italia raccontano due storie visive che, pur partendo da radici culturali molto diverse, hanno influenzato profondamente il panorama internazionale del design. Se vuoi scoprire come si intrecciano arte, colore, tipografia e tendenze, e conoscere chi ha fatto la storia in questi due mondi, sei nel posto giusto. Tra maestri italiani senza tempo e i protagonisti della scena coreana contemporanea, il viaggio è garantito come fonte di ispirazione.

Sacchetti di farina rosa su tavolo retrò con tazze di ceramica

Il graphic design italiano è spesso influenzato dallo stile vintage e minimalista che ci ricorda la dispensa della nonna. Immagine e design per gentile concessione di Angelini Design.

Copertina del catalogo della Fondation Cartier in coreano e francese.

In Corea i colori sono spesso audaci e la tipografia si fonde con altre lingue. Immagine per gentile concessione di Studio fnt.

Un tuffo nella storia: il graphic design italiano che ha fatto scuola

Il graphic design italiano vanta una tradizione lunga e ricca, che affonda le radici non solo nell’arte rinascimentale ma anche nel design del XX secolo. Figure come Giovanni Pintori, designer storico per Olivetti, hanno definito un’estetica fatta di rigore formale e innovazione grafica. Poi c’è stato Bruno Munari, erede del Futurismo e pioniere del design visivo, che ha reso iconici gli equilibri tra forma e funzione con un approccio quasi sperimentale. Non possiamo dimenticare designer contemporanei come Massimo Vignelli, che ha portato nel mondo una visione minimalista e potente, con lavori che hanno fatto scuola per l’uso rigoroso della tipografia e degli spazi.

Il graphic design in Italia si distingue per la sua capacità di unire eleganza sartoriale a una narrazione visiva costruita come un abito su misura. I colori sono raffinati, spesso speziati da tocchi ispirati alla moda e all’arte e la tipografia diventa un vero strumento di carattere, armonioso e mai eccessivo.

Catalogo Giovanni Rana beige con dettagli dorati disposti in fila su superficie chiara.

Il graphic design italiano si distingue spesso per il minimalismo, l’uso di colori neutri e materiali tattili, oltre che a tecniche di stampa in rilievo o serigrafiche. Immagine: Happycentro.

Graphic design in Corea: la nuova frontiera audace del design globale

Il graphic design in Corea è giovane, ma in piena e travolgente evoluzione, alimentato da una cultura visiva audace e sperimentale. La calligrafia tradizionale e l’Hangul si mescolano a stili bold e innovativi, creando identità visive uniche e dal fortissimo impatto visivo.

Yoon Design è uno dei protagonisti di questa scena. Realizza font di alta gamma che si ispirano alla storia e alla cultura coreana, ma con un twist moderno. I loro caratteri, adottati dai più importanti brand coreani e internazionali, non sono semplici lettere, ma veri e propri pilastri dell’identità visiva.

Sul fronte creativo, Studio fnt, nato a Seoul nel 2006, trasforma spunti e idee in progetti chiari, incisivi e distintivi. Dal branding alla grafica per mostre, lo studio porta un tocco personale che lo rende immediatamente riconoscibile.

Nel complesso, il graphic design coreano ama i colori intensi, le composizioni dinamiche e la sperimentazione tipografica. Le influenze spaziano dalla calligrafia Hangeul tradizionale alla cultura pop e digitale contemporanea, dando vita a uno stile giovane, esplosivo e inconfondibile, perfettamente in sintonia con una società in rapido cambiamento.

Copertina di libro giallo con caratteri coreani blu e disegni grafici divertenti.

Nel graphic design coreano spesso predominano i font bold che si fondono con ironia e cultura pop.

Perché questo confronto è un’ispirazione per ogni designer?

Il graphic design italiano ci insegna a non sottovalutare mai il potere del dettaglio e dell’equilibrio, a scegliere con cura ogni colore e ogni font per raccontare una storia fatta per durare nel tempo. È un’arte che sposa la tradizione ma non ha paura del futuro, come dimostrano i grandi maestri che hanno lasciato un segno indelebile.

Il graphic design in Corea invece ci ricorda quanto la creatività possa essere audace, veloce e immersa nella cultura pop. È uno stimolo per sperimentare, osare con i colori, giocare con la tipografia e reinventare l’ironia nei progetti grafici.

Se vuoi capire cosa significa essere parte di un mondo globalizzato ma fortemente radicato nella propria cultura visiva, guardare all’Italia e alla Corea è fondamentale. In questo melting pot troviamo ispirazione, tendenze e modelli da cui ogni designer può prendere spunto per innovare il proprio linguaggio.

Catalogo della mostra L’altra grafica, tra pubblico e sociale di Armando Milani e Gianni Latino

Minimalismo, spazio bianco e geometria delle forme, sono da sempre un rimando allo stile grafico italiano.

Prossimi passi: portare un po’ di Italy & Korea nel tuo design

Il confronto tra il graphic design italiano e quello coreano mostra quanto la creatività sia plasmata dal vissuto culturale, ma anche quanto possa aprirsi a nuove contaminazioni. Da un lato c’è la cura artigianale, l’equilibrio e l’eleganza di lunga data. Dall’altro un’esplosione di energia, colore e vitalità.

Insieme rappresentano due modi complementari di interpretare il design oggi: il primo più meditato e raffinato, il secondo vibrante e innovativo. Entrambe le realtà offrono un patrimonio ricco di stimoli, indispensabile per chiunque voglia restare aggiornato e ispirato nel mondo globale del graphic design.


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